Via Nilo è una delle strade più antiche di Napoli, uno dei cardini dell'antica pianta ippodamea della Neapolis greca prima e romana poi. Il nome stesso, come noto, richiama la presenza di una comunità alessandrina insediatasi in quella zona, come testimonia il da poco restaurato corpo di Napoli.
Non tutti si rendono però conto, attraversando la poco illuminata e molto degradata salita che collega il decumano inferiore (spaccanapoli) a quello maggiore (il centrale, l'attuale via Tribunali), si passa accanto a numerosi esempi pregevoli di architettura civile del rinascimento napoletano.
Sono tanti i palazzi che, nonostante siano caduti oggettivamente in disgrazia nel corso dei secoli, meritano di essere ammirati: il palazzo del Panormita, il palazzo al n.20 di via Nilo (in fotografia), il classificato su wikipedia come palazzo d'Afflitto secondo Labrot, palazzo al n.22, il palazzo al n.30 (palazzo d'Afflitto), palazzo Capomazza di Campolattaro. Tutti pregevoli esempi di architettura del XV secolo che hanno subito nei secoli alterne fortune.
In particolare, il palazzo al 20 di via Nilo presenta ancora numerosi tratti della struttura originaria, dall'arco a tutto sesto in piperno dell'androne, alla scala rinascimentale a doppia loggia, con la loggia al pian terreno caratterizzata da cinque arcate.
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