Come scritto più volte, la lettura dei banni e delle epigrafi affisse fra il 1600 ed il 1800 sui palazzi di Napoli permette di ricostruire scorci di vita del popolo napoletano che altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente dispersi. Come quasi tutti sanno, a Napoli si era soliti raccogliere l'acqua zuffregna, o acqua ferrata (un'acqua bicarbonato-alcalino-ferruginosa di origine vulcanica), in recipienti chiamati "mummarelle". L'acqua "delle mummarelle" fu utilizzata per secoli, raccogliendola prima nei pozzi ed acquistandola poi nei famosi "banchi dell'acqua" (quello di zi'Nennella è stato uno degli ultimi a sparire) ed infine dalle fontanelle installate ai cavalli di bronzo, che attingevano da un pozzo borbonico risalente al 1840, chiuse per il colera del 1973 e poi ripristinate per alcuni mesi ad inizio 2000. Di sicuro l'acqua ferrata era ritenuta un toccasana, al punto da essere considerata "sperimentata giovevolissima" dal banno che fu affisso a via Chiatamone nel 1731 per regolamentarne l'uso. Evidentemente all'epoca dovevano essere in tanti a cercare di trar profitto dall'acqua zuffregna, "intromettendosi nella distribuzione" ed "esigendo denaro". Il tribunale fu quindi costretto a sottolineare che l'uso di tale acqua doveva avvenire "senza dispendio alcuno" e che "tutti possono goderne dell'utile", indicando che chiunque avesse provato senza licenza a distribuire l'acqua o a chiedere compensi avrebbe dovuto pagare 50 ducati ed avrebbe rischiato sei mesi di carcere.
All'epoca il vicerè era l'austriaco Aloys Thomas Raimund von Harrach, ultimo vicerè del periodo austriaco che vide gli Asburgo controllare il regno di Napoli.
All'epoca il vicerè era l'austriaco Aloys Thomas Raimund von Harrach, ultimo vicerè del periodo austriaco che vide gli Asburgo controllare il regno di Napoli.
Ecco il testo competo dell'epigrafe posta lungo via Chiatamone
Appartenendo al n.ro trble la piena cura su questa
acqua ferrata sperimentata giovevolissima a nostri
cittadini, e concorrendo al uso di essa moltissima
gente bisognosa della virtù di lei, perche tutti
senza la minima eccezzione possono goderne dell
utile, senza dispendio alcuno, ordiniamo che
nessuno ardisca intromettersi nelle distribuzione
di ess'acqua, senza espressa licenza del nro
trble, nè per essa sotto qualsiv colore e preto esigere
denaro alcuno, benchè minimo, sotto pena di
docati cinquanta , e mesi sei di carcere, in san
Lorenzo il primo di settembre 1731
Giuseppe Capece scondito, duca di Campochiaro
Bartolomeo Rossi Gaetano Falcinelli
Indico Guevara Giulio Palumbo
Principe di Palo Agnello Vazzallo Secr.
Principe di Palo Agnello Vazzallo Secr.
Va sottolineato che l'epigrafe è fra le poche illuminate da un faro, probabilmente installato per evidenziarne la presenza e l'importanza a cura del vicino ristorante.
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