Chiunque si trovi a passare per san Biagio dei Librai, magari dirigendosi a San Gregorio armeno per ammirare i caratteristici presepi, si sarà chiesto almeno una volta come mai sotto la bella scalinata d'ingresso della chiesa di San Nicola al Nilo vi siano botteghe e bancarelle, che in buona parte vendono paccottiglia cinese. Ebbene, solo pochi avranno notato (a proposito... si ringrazia un lettore per la segnalazione) che quei spazi son ceduti come botteghe da sempre, praticamente da quando la facciata della chiesa è stata ricostruita e resa così come oggi appare.
Due epigrafi datate "primo di febbraro 1706" sottolineano infatti che sia i due bassi laterali che il sottoscala centrale non erano parte della chiesa bensì "profani" ed in quanto tali non godevano di "immunità ecclesiastica" (in termini di tasse? chissà... anche a quell'epoca magari non si pagavano ICI - IMU e affini). Quel che conta è che la chiesa fu ricostruita nel 1705 e che già ad inizio 1706 fu reso necessario chiarire la posizione di quei bassi. Ancora una volta un piccolo pezzo di storia partenopea può essere ricostruito attraverso la riscoperta e lettura delle tante epigrafi e lapidi posti sui muri di chiese e palazzi napoletani.
Ecco il testo dell'epigrafe:
Nel primo di febbraro 1706
per decreto della corte arcivescovile
di questa città è stato ordinato
CHE QUESTO ATRIO SCALA E LE DUE
BOTTEGHE SEU BASSI LATERALI
restino profani e non godano
immunità ecclesiastica
PS
al di là della battuta su IMU ed ICI, va ricordato che l'immunità ecclesiastica riguardava tutta una serie di privilegi che andava dall'esenzione delle imposte al più noto asilo per quanti, ritenuti perseguitati, si rifugiavano nelle chiese. PEr maggiori informazioni
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