Fra tutte le epigrafi settecentesche del centro antico di Napoli, la lapide posta in piazza San Domenico Maggiore è forse una delle più famose, che consente di immaginare come procedeva la vita quotidiana nel 1764 intorno alla guglia di San Domenico: bambini ed adulti che giocavano a palla, a carte, "pastore" e "farinole" (giochi antichi oramai dimenticati), chiasso e rumori ovunque, venditori ambulanti di frutta e "melloni", affitta sedie, cambiavalute e tanta spazzatura per strada, un po' ovunque. Al di là degli errori di trascrizione, dei latinismi e delle abbreviazioni probabilmente tipiche del linguaggio dei banni dell'epoca, l'epigrafe giunta fino a noi descrive un centro antico di Napoli non troppo distante da quello che un secolo dopo sarebbe stato protagonista dei racconti della Serao e, probabilmente, non troppo dissimile da quanto accade ancora oggi, almeno a vedere il numero di palloni ammassati e dimenticati proprio sopra il banno che vietava di giocare a palla (in questo caso però si trattava di un gioco d'azzardo).
Da notare che il trombetta e lo scriba son gli stessi di un altro banno giunto fino a noi, quello del 1773 affisso alle pareti di un palazzo di via banchi nuovi. Ultima curiosità: il banno è stato promulgato nel 1764 ma la data riguardante la pubblicazione sembra essere il 1765, un anno dopo. Chissà se si sia trattato di un errore di scrittura o di una lungaggine burocratica...
Da notare che il trombetta e lo scriba son gli stessi di un altro banno giunto fino a noi, quello del 1773 affisso alle pareti di un palazzo di via banchi nuovi. Ultima curiosità: il banno è stato promulgato nel 1764 ma la data riguardante la pubblicazione sembra essere il 1765, un anno dopo. Chissà se si sia trattato di un errore di scrittura o di una lungaggine burocratica...
Il testo completo del banno del 1764:
Banno, ordine e comandam da parte di d illre reg cons sig d Ettore Capecelatro deleg etc col qle si rdina a tutte e quals persone di quals stato grado o condiz si siano così grandi come piccioli uomini e donne etc che da oggi avanti e doppo la publicaz del pnte bano non ardiscano ne presumino giocare a carte palle pastore farinole e quals altra sorte di gioco e nemeno chiassare in tutto il largo del real monis di S. Dom Mag di qsta città di Napoli ove sta sistuata la guglia e nelle grada della chiesa di D Real Monis nè in tutto d largo ardiscano ponerci posti o some di vendere frutti melloni o altro ne ponervi sprattature imondezze nè farvi sporchizie di sorte veruna ne ponervi posti d affittare sedie galessi toloni o sia cambiamoneta sotto pena di ducati sei per ciascuna persona e della carceraz da applicarsi d pena in benef del reg fisco tante volte quanta ciascuna persona contravenira al pnte bano verum se qualche persona si sentisse gravata del pnte bano fra il termine di giorni otto doppo la publicaz comparisca avanti d illre sig deleg e nella sotta banca che se li fara complim di giustiz Nap li 7 luglio1764LOCUS SIGILLI ETTORE CAPECELATRO
CAIETANUS BOVA NICOLA GERACE MRO D'ATTI
SBA DELEG DEL S C E DELLA DELEG
BANO GIUSTIFICATO COME SOP
A DIE 7 LUG 1765 IO SOTTO REG TROMBETTA DELLA G C DELLA VIC RIFERISCO D AVER PUBIL SOPRAD BANNO IN TUTTO IL LARGO DEL R L MONAS DI S DOM MAG DI QUESTA CITTA DI NAP A SUONO DI TROMBA ALTA ED INTELLIGIBILI VOCE PRAECONIS EST IO DOM ZITO REG TROBETT
L'epigrafe di piazza San Domenico Maggiore, cliccare per ingrandire e leggere |
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