Si inaugura oggi 6 dicembre con il vernissage a partire dalle ore 18.30 la mostra 'NA | NY - Sulle spalle dei giganti', personale di Giovanni Manzo, a Frammenti Home Gallery in via Salvator Rosa 46, curata da Funny Events. Si tratta di opere che mescolano fotografia, grafica e pittura, il che rende possibile confrontare quanto possano essere simili reatà metropolitane differenti come Napoli e New York.
Seguono comunicato stampa, concept della mostra e qualche riga biografica sull'artista.
COMUNICATO STAMPA
Giovedì 6 dicembre, ore 18.30, vernissage della mostra 'NA | NY - Sulle spalle dei giganti', personale di Giovanni Manzo, a Frammenti Home Gallery in via Salvator Rosa 46.
L'esposizione dura dal 6 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013.
Venti oli su tela che raffigurano New York e Napoli, da cui il titolo che accosta le due sigle, 'NA-NY'; venti scorci di metropoli diverse, eppure simili negli sguardi di Giovanni Manzo, 46enne napoletano, interprete dell'impressionismo contemporaneo. Tecnica nitida e rigorosa: l'oggetto delle immagini è prima immortalato in una diapositiva, che diventa lo spunto per il lavoro sulla tela. Un modello, ma anche lo spazio da stravolgere tramite l'uso di colori forti, intensi, piacevoli al primo sguardo quanto ipnotici, approfondendo.
La volontà di Manzo di portare l'arte anche tra
i non addetti ai lavori ha portato l'artista a preferire
un'organizzazione e uno spazio diverso, 'fuori dal giro': proprio
l'atmosfera di Frammenti, che come principio fondativo ha quello di fare
cultura tra le mura domestiche ed offrirla all'avventore comune, sembra
aderire ai valori di una mostra davvero per tutti.
Dal 7 dicembre si può visitare la mostra tutti i giorni su appuntamento, contattando il numero 3318314871 e il sito www.
Info sull'artista www.giovannimanzo.com
Info stampa 339 18 94 804
CONCEPT della mostra
Na|Ny
sulle spalle
dei giganti
"Siamo nani sulle spalle di giganti", è una frase attribuita a Bertrand de Chartres. Con la quale il filosofo francese, vissuto a cavallo tra l'undicesimo e il dodicesimo secolo, voleva definire l'idea della cultura come una continua costruzione degli uomini, in cui i pensatori moderni, pur da considerare nani rispetto ai fondatori del sapere del passato, possono tuttavia sopravanzarli e progredire proprio in virtù delle acquisizioni precedenti.
Napoli e New
York intrattengono un rapporto storico: a parte il flusso emigratorio, la
retorica da 'lacrime napulitane', al di là dell'inflazionato richiamo al
medesimo parallelo, il 41esimo, che già da solo basta beffardamente a suggerire
un filo invisibile tra le due città. I suffissi 'new' e 'nea' parlano di due
ambienti nuovi, relativamente al contesto in cui si sviluppano in origine. E si
può dire che quella che è New York per il mondo moderno è stata Napoli per il
passato; capitali di fatto, centri nevralgici di dialogo tra culture, porti cui
il mare faceva giungere storie e persone da ogni dove. Per rifarci alla frase
di Bertrand de Chartres, il nuovo si afferma sull'antico proprio a partire da
ciò che l'antico mette a disposizione: e se New York è la metropoli del mondo
globalizzato è così perchè si è nutrita dell'esperienza urbana degli abitati
che l'hanno preceduta. Eppure, oggi ogni napoletano vorrebbe che la sua città
fosse una piccola New York: e forse non c'è città mediterranea più cosmopolita
del capoluogo campano, se è vero che la patente di metropoli è acquisita in
base ai conflitti che un luogo produce. Insomma, le due città possono essere
rispettivamente, e reciprocamente, nano e gigante dell'altra.
Giovanni
Manzo le presenta insieme per ri-definire questo rapporto. Accostandole,
distinguendole e facendole esplodere del medesimo detonatore che sono i colori
accesi, apparentemente 'facili' del suo tratto.
Dietro la
tecnica, semplice nella resa quanto complessa nell'esecuzione, di una
fotografia da cui partire per poi riempire, ricreandolo, lo spazio
dell'immagine, Manzo intercetta momenti di normale tensione urbana. Porgendola
all'osservatore con enfasi cromatica per mostrarne bellezza e ferocia, Manzo
compie un'operazione iperrealistica: dove la foto è una bozza già esistente,
donata dal quotidiano, e il quadro la sua estenuazione. La riflessione
creativa, in altri termini.
Così
procedendo lancia la provocazione: e Napoli diventa similissima alla Grande
Mela, tanto che, dopo il primo sguardo, la trama di paralleli e distinguo si
complica, anzichè chiarirsi.
Vedute
marine, taxi, palazzi, persone, scorci - frammenti di natura e di artificio -
lasciano la realtà di appartenenza per consegnarsi all'unico luogo in cui nani
e giganti vanno a braccio per sempre. Si chiama arte, vale la pena farci un
salto. (Giovanni Chianelli)
BIOGRAFIA di
Giovanni
Manzo
Giovanni
Manzo (nato a Napoli nel 1966) è conosciuto nel panorama internazionale per il
suo stile innovativo che sintetizza, armonizzandole, tre tecniche artistiche:
fotografia, grafica, pittura. "La fotografia rivela la realtà e il movimento,
la grafica dà all'immagine un tocco di modernità, la pittura li fonde in un
insieme romantico che appartiene alla tradizione culturale italiana", dice
Manzo.
Artista che
preferisce dipingere città, rivisitandole con un nuovo punto di vista come
pochi altri hanno fatto prima. La sua tecnica rompe la figurazione
convenzionale pur partendo da modelli tipici: le strade più conosciute, ad
esempio, sono riprodotte da una prospettiva contemporanea che proietta
un'immagine delle metropoli completamente nuova.
Se
l'osservatore guarda da vicino un lavoro di Manzo vedrà una successione di
punti e linee di natura strana, mentre se si mette a pochi metri dall'opera il
dipinto acquista la sua dimensione giusta.
Impressionismo
contemporaneo, perchè rivisitato dalla mano della moderna arte grafica. Il
nuovo stile d'arte è funzionale alla descrizione del profondo senso di
appartenenza che l'artista sente verso Napoli.
Nessun commento:
Posta un commento