Da qualsiasi angolo ci si voglia fermare ad osservare la tragedia che ha colpito la giovane Federica, ragazzina quindicenne morta in modo assurdo e tragico nei giorni scorsi, caduta e rimasta incastrata fra le porte di un autobus che da mezzo di trasporto si è trasformato in strumento di morte, quel che lascia sbigottiti è la modalità con cui si è consumata la tragedia ed il fatto che i tanti presenti non siano riusciti a far nulla affinchè non accadesse.
Dando per scontato che in questa sede non si vuol puntare il dito nè sul conducente nè sui passeggeri, quel che preme sottolineare al sottoscritto è che questa tragedia è sotto certi aspetti figlia della crisi economica che sta attanagliando il sistema di trasporti pubblico della città di Napoli e della regione intera.
Sostituire i veicoli vecchi deve infatti essere una priorità non soltanto per garantire maggior qualità di servizi all'utenza, con autobus dotati di aria condizionata e di sedute comode e non corrose dal tempo, ma anche e sopratutto per garantire standard di sicurezza elevati, che debbano riguardare sia il controllo (telecamere che impediscano la pessima presenza di borseggiatori e ladri o che quantomeno ne rendano facilmente tracciabile la figura) che l'incolumità fisica, con sensori che rendano impossibile, ad esempio, che quanto accaduto alla quindicenne napoletana possa ripetersi. Negli autobus di nuova generazione, quelli non più arancioni per indenterci, le porte non si chiudono se c'è una persona in mezzo, onde evitare incidenti.
Chi scrive non conosce gli standard normativi in termini di sicurezza dei trasporti pubblici, teme però che i tagli ai costi di gestione dei trasporti pubblici tendano sempre ad interessare in primis la qualità del parco vetture circolanti, danneggiando non poco la città e creando i presupposti affinchè possano avvenire tragedie come questa di inizio anno.
Volendo credere nella buona fede del conducente, appare evidente che una porta non dovrebbe chiudersi in modo tale da bloccare un corpo umano, che è assurdo che il conducente non abbia visibilità completa sui punti di accesso dell'autobus, che è improponibile che i mezzi debbano circolare con un numero passeggeri superiore a quello previsto.
Invece che tagliare, sarebbe opportuno preventivare quanto prima sia l'acquisto di nuovi mezzi di trasporto, che siano a ridotte emissioni inquinanti e che al contempo siano dotati dei più elevati standard di sicurezza, per sostituire un parco vetture circolante in parte vetusto, sopratutto per quanto riguarda i collegamenti con zone periferiche della città. In secondo luogo sarebbe opportuno ripristinare quanto prima la circolazione dei tram Sirio, pagati a peso d'oro solo pochi anni fa, forse non adattissimi per circolare in alcune zone della città ma perfetti per coprire l'intero percorso che dalla zona orientale arriva quanto meno fino a Piazza Vittoria, anche ricordando i non pochi euro spesi negli anni passati per ripristinare lungo la riviera di Chiaia i binari del tram.
Come terza priorità, sarebbe opportuno investire ulteriore denaro affinchè possano essere incrementate e non tagliate il numero di corse giornaliere, per far sì che i tempi di attesa possano ridursi notevolmente, riducendo anche di molto il rischio di vedere autobus ultra affollati che possono essere sia causa di incidenti che meta preferita dei ladri.
Il fatto che proprio nell'anno dei maggiori tagli ai trasporti gennaio sia iniziato con una tragedia di così grandi proporzioni deve far riflettere. Non è possibile tagliare in alcuni punti chiave della vita cittadina. Bisogna cercare di ottenere fondi europei per fare un salto in avanti in termini di qualità dei trasporti, non tornare indietro di anni all'epoca non troppo lontana in cui circolavano in città solo mezzi vetusti e sovra affollati.
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