Fausto Sarli: un grande della moda sartoriale.
Ci sono persone, professionisti, artisti, creatori, uomini e donne, in definitiva, che entrano nel mito.
Che nel loro campo accedono, per estro, capacità, dedizione, imprenditorialità, gusto, a livelli iperuranei; che trascendono anche i limiti stessi della loro attività.
Il napoletanissimo Fausto Sarli (e che vanto è sottolineare le grandezze della mia città), nato nel 1927, è, di certo uno di questi individui.
Fausto Sarli, lungo tutta la sua vita - fatta di arte, lavoro, dedizione - ha creato sogni per donne di ogni età, estrazione, e abiti per molte fortunatissime donne.
La moda di Sarli, spentosi stamattina a Roma, è la rappresentazione del vero stile napoletano; della grandissima attenzione per il taglio e per i tessuti: dell'enorme passione per l'eleganza, senza necessariamente compromettere, però, anche la platealità, la vanità, il voler essere protagonista.Frivolezze che ogni donna (soprattutto nel fantomatico giorno più bello: famosissimi sono gli abiti da sposa del Maestro e dei Suoi atelier) possiede nel suo cuore, a volte mistificate e nascoste.
Sarli esordì giovanissimo nella prima metà degli anni '50, con una sfilata di alta moda nell'ambito di Pitti Immagine (la prestigiosa vetrina dell'alta moda di Firenze); il suo atelier, sorto nella sua città natale, Napoli (ancora oggi esistente in Via Calabritto, nelle vicinanze di P.zza dei Martiri, salotto buono della città*), vide un'altra sede, a Roma, in Via Vittorio Veneto, cui fece seguito un ulteriore boutique a Milano.
Nel 1984, Sarli, che da sempre si era dedicato quasi esclusivamente all'alta moda e alla moda sposa (vestendo donne del jet set così come dello spettacolo e della nobiltà internazionale), lancia la sua linea di pret a porter, Sarli Pret a Porter, per l'appunto.
Ancora nel 1998 viene investito del compito, perfettamente portato a termine, di restaurare il guardaroba dell'attrice Eleonora Duse, già musa ispiratrice di Gabriele D'Annunzio: i vestiti della Duse, da lui restaurati saranno esposti, con grandissimo successo, nei musei di tutto il mondo.
Da ultimo, pochi mesi fa, il Maestro Sarli è stato insignito del riconoscimento della "Lupa Capitolina", consegnatogli dal Comune di Roma, nella persona del sindaco Alemanno, per i suoi perspicui meriti di genio dello stile e di massimo diffusore internazionale dell'eccellenza sartoriale del Made in Italy.
Al di là dei facili campanilismi, di cui, in questi casi, io stessa posso cadere preda, la perdita di un Signore come Sarli (mi dicono, oltretutto, persona squisita e cortese**), è un impoverirsi della cultura italiana tutta.
Un impoverimento del quale, davvero, non si sentiva il bisogno.
*In occasione delle festività natalizie 2010, invasa pacificamente, si spera, da un branco di leoni: avvenieristica istallazione dell'artista Nadia Magnacca, sponsorizzata dal "Consorzio dei Mille".
**Quel demonio di Mammabis ben lo conosceva...
Che nel loro campo accedono, per estro, capacità, dedizione, imprenditorialità, gusto, a livelli iperuranei; che trascendono anche i limiti stessi della loro attività.
Il napoletanissimo Fausto Sarli (e che vanto è sottolineare le grandezze della mia città), nato nel 1927, è, di certo uno di questi individui.
Fausto Sarli, lungo tutta la sua vita - fatta di arte, lavoro, dedizione - ha creato sogni per donne di ogni età, estrazione, e abiti per molte fortunatissime donne.
La moda di Sarli, spentosi stamattina a Roma, è la rappresentazione del vero stile napoletano; della grandissima attenzione per il taglio e per i tessuti: dell'enorme passione per l'eleganza, senza necessariamente compromettere, però, anche la platealità, la vanità, il voler essere protagonista.Frivolezze che ogni donna (soprattutto nel fantomatico giorno più bello: famosissimi sono gli abiti da sposa del Maestro e dei Suoi atelier) possiede nel suo cuore, a volte mistificate e nascoste.
Sarli esordì giovanissimo nella prima metà degli anni '50, con una sfilata di alta moda nell'ambito di Pitti Immagine (la prestigiosa vetrina dell'alta moda di Firenze); il suo atelier, sorto nella sua città natale, Napoli (ancora oggi esistente in Via Calabritto, nelle vicinanze di P.zza dei Martiri, salotto buono della città*), vide un'altra sede, a Roma, in Via Vittorio Veneto, cui fece seguito un ulteriore boutique a Milano.
Nel 1984, Sarli, che da sempre si era dedicato quasi esclusivamente all'alta moda e alla moda sposa (vestendo donne del jet set così come dello spettacolo e della nobiltà internazionale), lancia la sua linea di pret a porter, Sarli Pret a Porter, per l'appunto.
Ancora nel 1998 viene investito del compito, perfettamente portato a termine, di restaurare il guardaroba dell'attrice Eleonora Duse, già musa ispiratrice di Gabriele D'Annunzio: i vestiti della Duse, da lui restaurati saranno esposti, con grandissimo successo, nei musei di tutto il mondo.
Da ultimo, pochi mesi fa, il Maestro Sarli è stato insignito del riconoscimento della "Lupa Capitolina", consegnatogli dal Comune di Roma, nella persona del sindaco Alemanno, per i suoi perspicui meriti di genio dello stile e di massimo diffusore internazionale dell'eccellenza sartoriale del Made in Italy.
Al di là dei facili campanilismi, di cui, in questi casi, io stessa posso cadere preda, la perdita di un Signore come Sarli (mi dicono, oltretutto, persona squisita e cortese**), è un impoverirsi della cultura italiana tutta.
Un impoverimento del quale, davvero, non si sentiva il bisogno.
*In occasione delle festività natalizie 2010, invasa pacificamente, si spera, da un branco di leoni: avvenieristica istallazione dell'artista Nadia Magnacca, sponsorizzata dal "Consorzio dei Mille".
**Quel demonio di Mammabis ben lo conosceva...
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