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palme infestate in villa comunale |
Oltre un anno fa, dopo un incontro fortuito con un punteruolo rosso delle palme,
sottolineavo mestamente come nel giro di pochi anni sarebbe cambiato completamente il panorama della città e l'aspetto delle tante ville private e pubbliche che avevano eletto la palma canariensis come pianta privilegiata. Quel che non potevo immaginare è che sarebbe bastato un anno per uccidere altre centinaia di piante infestate. Che si possa fare ben poco è oramai cosa arci nota, dato che - ne sono un esempio le palme collocate sulle curve che portano a Meta di Sorrento da Vico - anche palme trattate in maniera opportuna sono morte nel giro di poco.
Il mondo della ricerca italiana si sta muovendo cercando di selezionare in laboratorio generazioni di coleotteri che siano da una parte tanto forti da vincere le sfide per la riproduzione e dall'altra sterili, così da ridurre nel tempo il numero degli individui fertili.
Quel che si potrebbe fare nel frattempo, ovvero cercare di contenere l'invasione intervenendo rapidamente sugli alberi infestati, tagliando la pianta ed eliminando in tal modo le larve del coleottero parassita, non sempre avviene, sopratutto per quanto riguarda le piante situate in giardini pubblici. La
lentezza con cui i dipendenti del comune di Napoli reagiscono alla presenza del parassita su una pianta contribuisce notevolmente a compromettere irrimediabilmente altre palme della stessa specie.
Chi può scatti le ultime fotografie che prevedano nel panorama napoletano una palma, per diversi anni non potremo che ammirarle in cartolina. Gran parte delle vie e delle piazze napoletane che un tempo si ornavano di alte e rigogliosa palme han già cambiato aspetto, da viale Gramsci (viale Elena) a
piazza Vanvitelli, mentre in altre zone sopravvivono pochi esemplari, come in viale Augusto e piazzale Tecchio, un tempo adornate di centinaia di palme o come in villa Comunale ed in altri parchi e ville comunali.
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