Esistono diversi modi di vivere la propria città, in maniera più o meno impegnata, scavando più o meno profondamente nell'essenza stessa dei napoletani. Fare volontariato in una grande metropoli, a Napoli in particolare, può portare ad acquisire un bagaglio di esperienze ed emozioni tale da poter "raccontare" Napoli in maniera del tutto differente da quanto possa fare un normale cittadino od un turista.
Con l'intervista a Marcella, una volontaria della Croce Rossa, si inaugura una sezione del laboratorio che avrà come titolo "Vivere Napoli" nella quale, con un po' di tempo e pazienza, saranno raccolte esperienze speciali ed uniche, come quella della prima intervistata.
Ciao Marcella, puoi spiegare in poche parole ai lettori del blog di cosa ti occupi esattamente?
Allora... io da 2 anni a questa parte sono diventata volontario del soccorso della croce rossa.
Ho fatto prima un corso di preparazione durato circa un anno dopodichè ho iniziato il servizio 118 e trasporto infermi... in pratica sto sull'ambulanza come 118 e operiamo sul territorio, mentre per quanto rigurda il trasporto infermi, questo consiste nel portare le persone da un ospedale all'altro o a casa... insomma persone che non hanno la possibilità di spostarsi con un auto privata per le loro condizioni mediche, chiamano noi perchè muniti di tutti i presidi specifici per assicurare un trasporto sicuro e, si spera, indolore.
In realtà le mie attività di volontariato non si limitano alla sola croce rossa, da 5 anni sono anche volontaria di Emergency, e lì le cose sono meno avvincenti, ma ugualmente importanti,: io e gli altri volontari ci occupiamo di raccolta fondi per gli ospedali costruiti dalla fondazione nelle zone di guerra (ah anche il mio papà è volontario)
Cosa implica come impegno di tempo? Devi dare una disponibilità o vieni chiamata?
Essendo volontaria i giorni li chiedo io, quindi dò una disponibilità, ma dovrei fare 200 ore all'anno
Operi solo sul territorio cittadino, in quartieri determinati o "dove c'è necessità in base alle chiamate? "
La postazione sta a piazza del Gesù, quella del 118, ma quando serve siamo arrivati anche nelle zone di Ponticelli, San Giorgio..insomma dove serviamo, corriamo.
Per quanto riguarda i trasporti, possiamo andare anche fuori napoli, alcuni colleghi sono andati anche all'estero (cliniche in Svizzera ad esempio).
Vorrei farti un altro paio di domande relative all'attività in sè e poi spostare il "focus" sul rapporto fra l'attività svolta e la città
dimmi
Quel che fai è onorevole e sicuramente non tutti sarebbero in grado di svolgere tale attività, cosa consiglieresti a quanti fossero interessati ad aiutare il prossimo come volontari ?
Di prepararsi bene, di formarsi e di informarsi
Non è facile stare a contatto con la sofferenza, molta preparazione, professionalità e buona conoscenza di sè stessi.
Quale sarebbe un "primo approccio" consigliato per avvicinarsi al volontariato?
Credo che la cosa importante è volersi approcciare al volontariato, con umiltà e determinazione, di volersi mettere in gioco e in discussione ed è importante anche accostarsi a delle organizzazioni che hanno una storia e una certa serietà.
Io ho scelto la croce rossa perchè ha una storia e dà delle garanzi, ci sono persone molto competenti che mettono al servizio degli altri la propria professionalità e non mi riferisco solo ai volontari, ma anche ai professionisti che formano.
Immagino che quindi tu abbia seguito questo iter di avvicinamento. Penso fra l'altro che in questo abbia grande importanza la partecipazione, in spirito o fatti, degli amici o dei parenti, sbaglio?
Diciamo che la scelta è stata mia, amici e parenti non mi hanno ostacolato
Grazie alla tua attività di volontariato, riesci sicuramente a "vivere" Napoli in maniera più profonda di tutti noi... è ovvio che una grande metropoli, accanto a diverse luci, abbia tanti angoli bui ed oscuri. Piazza del Gesù, ad esmepio, è un via vai di persone, mondi e colori... punto d'incontro di diverse anime della città.
Hai mai assistito ad episodi di razzismo durante lo svolgimento del tuo operato? Se sì, come temo, puoi descriverci un esempio che ti ha particolarmente impressionato?
Di razzismo no, neanche in ospedale!
Ci capita di correre per incidenti sul lavoro e qualche volta è capitato che erano extracomunitari ma non è mai capitato che in ospedale, o noi in ambulanza adottassimo dei comportamenti razzisti, anzi, dato che spesso si tratta di gente che va a lavorare anche per 30 euro al giorno e di disperati, cerchiamo il più possibile di dare anche un sostegno psicologico.
Intendevo da parte di terzi.. che un volontario possa mai comportarsi in maniera razzista mi pare una contraddizione in termini :D
Si ma non ti credere a volte le persone fanno volontariato solo per farsi belle agli occhi degli altri
purtroppo succede anche questo.
La gente, a napoli specialmente, vive in modo molto empatico quello che succede agli altri.
Mi ricordo una volta che eravamo in emergenza, dovevamo passare per corso umberto e c'era una manifestazione, mi ricordo che dei ragazzi fecere in modo da farci passare e nemmeno sapevano cosa fosse successo o se c'era il paziente in ambulanza
è il bello di napoli
la gente aiuta senza poi chiedere niente
Infatti stai anticipando la mia prossima - siamo quasi alla fine - domanda...
fra i tanti episodi "positivi" ... puoi descriverci un'esperienza in cui le persone si sono dimostrate intraprendenti e pronte ad aiutare il prossimo ?
Capita molto spesso
quando c'è da portare giù per le scale una persona con il telo (che è un presidio particolare) si vedono persone che scendono anche in pigiama per aiutarci, oppure quando succede un incidente stradale, le persone si fermano e fanno una specie di cordone umano per proteggere il ferito
indubbiamente è spinto da tanta curiosità, ma poi finisce sempre per aiutare chi è in difficoltà, un piccolo gesto come chiedere come sta o la semplice chiamata al 118 è già un mdo per aiutare
Come dicevi prima, è anche questo il "bello" di vivere a Napoli
Si, ma purtroppo non è sempre così, a me personalmente durante un turno allo stadio san paolo ho rischiato di essere picchiata: successe che ci avvisarono di un finto intervento, per vedere se facevamo qualcosa, una volta arrivati lì dove ci avevano detto che c'era un emergenza, c'era un ragazzo che aspettava, ci disse, "ci avete messo troppo tempo" e si stava scaraventando contro di me e la squadra, ma fortunatamente la curva A è presidiata dalla polizia e inoltre avevo anche la febbre a 38.5
Napoli purtroppo, come scrivevo prima, ha due anime... da una parte gli esempi di collaborazione ed empatia che aiutano anche a motivare chi, come te, fa questa attività, dall'altra la stupidità di pochi che spesso fa pensare " chi me l'ha fatto fare".
Ti ringrazio, a nome anche di quanti leggeranno questo intervento, per il tempo che ci hai messo a disposizione e per aver reso pubblica la tua esperienza, il tuo "vivere" Napoli come volontaria sul campo, in mezzo ai malati ed ai bisognosi.
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