Grand Canyon (Arizona) al tramonto - Agosto 2005
La storia di questa fotografia panoramica ha qualcosa di epico... fu una tappa decisa all'ultimo momento, nel più classico dei viaggi "on the road": un tour della California con tappa obbligata a Las Vegas. I quasi 500 km da percorrere per arrivare a "gustare" uno dei panorami più belli del mondo furono massacranti ma costellati da eventi ed immagini curiose: fummo fermati ad un posto di blocco proprio sulla famosissima Hoover Dam (la diga sul fiume Colorado che di fatto separa Nevada da Arizona) ed invece di subire il più classico dei controlli americani, assistemmo ad un inedito siparietto nazional popolare, dato che il poliziotto con tipico cappello a falda larga era originario di Avellino e, anche se non spiccicava una sola parola di italiano, ci teneva a salutare dei compaesani...
Quel che è certo è che, una volta giunti là, la meraviglia fu grande, dato che nessuna foto o nessun filmato può in alcun modo ricreare le sensazioni uniche che l'ammirare lo sterminato Canyon possono dare... quel senso di consapevolezza di essere microbi difronte all'infinito che solo i grandi poeti possono in qualche modo provare a descrivere con le parole...
L'infinito, Giacomo Leopardi
« Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »
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