La chiesa di Sant'Eligio Maggiore (1270) è stata la prima chiesa eretta dagli angioini in città, in prossimità del campo del morocino (l'attuale piazza mercato), a poca distanza dal luogo dove due anni prima era stato decapitato l'ultimo Hohenstaufen, Corradino di Svevia. Sant'Eligio rappresenta un esempio di gotico francese a Napoli, attualmente nuovamente visibile dopo che il degrado, i danni della Seconda Guerra Mondiale (fra bombardamenti ed esplosione della Caterina Costa) ed il necessario restauro hanno eliminato le sovrastrutture e gli stucchi posti nel corso dei secoli. L'accesso attuale è attraverso un arco strombato con decorazioni tipiche del gotico francese del XIII secolo, proprio accanto l'arco e l'orologio (XVI secolo) celebri anche per alcune leggende.
Sul sito di Nartea sono disponibili diverse informazioni di grande interesse riguardanti la storia e l'architettura della chiesa. Di sicuro, muovendosi all'interno delle tre navate originali e della quarta, originariamente parte dell'ospedale adiacente ed inglobata nel corso del XVI secolo, è possibile ammirare le forme gotiche e cercare spezzoni e frammenti di antichi affreschi. In particolare, alzando lo sguardo sulle volte della quarta navata è possibile notare resti di affreschi del 1300, mentre appena si entra sulla destra è possibile notare in alto quel che resta di una crocifissione (la data di realizzazione è ben visibile, il 1478) e su una colonna un frammento del XIV secolo rappresentante un santo vesovo. Accanto alla chiesa vi è anche un chiostro, visitabile attraverso una porta d'accesso sia dall'interno della chiesa che dall'esterno.
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