Abbandonata, murata, dimenticata, nonostante fosse uno dei luoghi di culto cristiano più antichi di Napoli. La chiesa di San Gennaro all'Olmo, anticamente nota come San Gennaro ad Diaconiam, solo recentemente è tornata ad essere fruibile e visitabile da parte di napoletani e turisti, grazie all'opera della fondazione Giambattista Vico. Tracce storiche di questa chiesa risalgono al IV secolo ed è dall' VIII secolo che la chiesa ospitò le reliquie dei santi Gregorio e Biagio, portate qui a Napoli in salvo da monache armene in fuga dalle persecuzioni degli iconoclasti in Oriente. Il cranio di San Biagio fu poi traslato nell'omonima, adiacente, chiesa di San Biagio Maggiore. Il nome attuale si deve alla presenza, in antichità, di un olmo davanti alla chiesa.
Dalla pagina dedicata alla chiesa sul sito della Fondazione Vico è possibile ricostruire la storia di questa chiesa, dalla costruzione fino al periodo di oblio, culminato con la muratura del portone d'ingresso e danni ingenti legati anche al terremoto dell'80. Durante il restauro è stato necessario ricostruire gli stucchi per riportare la chiesa all'aspetto che aveva nel XVII-XVIII secolo. Oltre all'altare maggiore ed al pavimento in maiolica, realizzato in epoche diverse, di particolare interesse è anche la presenza di un coro del XVIII secolo posto in un unico palchetto insieme all'organo.
Questo post fa parte della guida fotografica di Napoli, sezione Chiese e chiostri di Napoli
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