Cimitero delle fontanelle - guida fotografica

teschi, fiori e santini: cimitero delle fontanelle a Napoli
Premessa: non è possibile riassumere in un semplice post l'essenza, fra storia, archeologia e tradizioni popolari, del cimitero delle fontanelle. Il consiglio, oltre alla consultazione della pagina su wikipedia, è quello di recarsi in loco insieme a guide specializzate, come quelle suggerite periodicamente dalla pagina del comune di Napoli dedicata al cimitero.  

Il culto delle anime pezzentelle (le anime del Purgatorio) a Napoli è ancora radicato nella tradizione popolare, nonostante gli ipogei adibiti ad ossari siano in buona parte inacessibili. Il cimitero delle fontanelle, ai margini del popolare rione sanità,  è probabilmente il luogo destinato al culto delle anime del Purgatorio più noto, enorme ossario nel corso degli anni, da fine '800 fino alla chiusura del 1969, meta di un culto per alcuni quasi pagano, per altri molto sentito e dettato dalla pietas nei confronti delle anime dei defunti, che portava le donne del popolo ad adottare un teschio ed a pregare per l'anonimo defunto affinchè questo, una volta giunto in paradiso grazie alle preci, potesse concedere grazie.

Antica cava di tufo, dalla seconda metà del XVII secolo questo grande spazio fu utilizzato per raccogliere i resti dei morti durante le grandi epidemie di peste e colera e, più generalmente, di quanti non avessero la possibilità economica tale da garantirsi una degna sepoltura all'interno delle chiese cittadine, dall'epidemia di peste del 1656 fino a quella di colera del 1836, durante la quale morì anche Giacomo Leopardi. Grazie all'opera del parroco dell'adiacente ottocentesca chiesa di Maria Ss. del Carmine, Gaetano Barbati, nel 1872 il luogo fu aperto al culto e le ossa furono collocate nella disposizione attuale, con i teschi posizionati su cataste di femori ai lati delle tre grandi navate che costituiscono l'ipogeo tufaceo. 
il monumento dedicato al canonico Gaetano Barbati, fra migliaia di ossa
Nell'evidenza che sotto il pavimento vi siano migliaia e migliaia di ossa, non appare improbabile del tutto la diceria popolare in base alla quale all'interno del cimitero delle fontanelle siano conservati i resti di circa otto milioni di persone.  Di certo il numero dei resti ordinati dal Barbati è di circa 40.000 cadaveri. 
Come ricordato da alcune lapidi,  qui furono collocate le ossa rinvenute durante i lavori per la realizzazione di via Acton, accanto al Maschio Angioino e quelle provenienti dalla chiesa di San Giuseppe Maggiore, distrutta nell'ambito dei lavori di riqualificazione del rione "Carità" (1934).
Fra mito, leggenda e realtà storica
A parte le ossa riposte in teche (navata di sinistra) di Filippo Carafa, conte di Cerreto, e della moglie Margherita, il cui volto mummificato è legato alla curiosa leggenda secondo la quale costei sia morta affogata da uno gnocco, tutte le ossa presenti al cimitero delle fontanelle sono senza nome. Ciò nonostante in centinaia di casi i teschi sono stati gelosamente messi da parte, custoditi in teche di ogni materiale, dal prezioso marmo al cartone, passando per vetro, ferro e financo scatole di biscotti: si tratta dell'adozione dei teschi da parte dei fedeli,  che spesso indicavano anche nome, cognome ed anno dell'adozione, di una devozione popolare tanto forte e radicata da causare la risposta della Chiesa ufficiale, che vietò queste forme di culto delle anime del purgatorio, in verità un po' troppo simili a certi riti pagani di antichissima memoria.
Se fino agli anni '50 il culto era tramandato di generazione in generazione, con le anime pezzentelle (le anime del Purgatorio) che diventavano parte integrante della famiglia, con teschi messi da parte o segnati anche a penna con "è già occupato" (è il caso di un teschio sulla sinistra della statua di Gaetano Barbati), è interessante notare come il "culto" sia ripreso negli ultimi due anni con forme del tutto differenti (non è più possibile entrare, spostare un teschio e metterlo in disparte come in precedenza) che spesso mostrano come si possa facilmente sfociare nella superstizione: oggi c'è chi semplicemente posa su un teschio una moneta, un santino, un braccialetto o persino un biglietto dell'autobus senza alcun messaggio sopra o uno scontrino fiscale, quasi a prenotare idealmente teschio ed anima del Purgatorio... 
Il teschio noto come "di donna Concetta", sulla sinistra
Tornando alle leggende popolari, una delle più note è quella della "capa che suda", del teschio che suda: in molti sono pronti a giurare che il teschio denominato di donna Concetta, facilmente individuabile in fotografia essendo l'unico cranio lucido a causa delle ancora oggi continue cure delle devote, fra santini, monete, fotografie e persino una spilla di partito, in condizioni particolari trasudi lasciando umide le mani delle persone che le impongono sul bianco cranio e la terra circostante.
La leggenda più famosa è però quella del "capitano" (si rimanda a wikipedia). Particolare cura quanti ancora oggi si recano al cimitero delle fontanelle per "culto" hanno dei resti di bambini, alcuni dei quali sono stati raccolti e riposti a parte in teche con all'interno anche giocattoli. All'interno del cimitero vi è una cappella con presepe e sono presenti alcune statue. Oltre alla già citata statua di Gaetano Barbati va menzionata la statua nota come "il monacone", una riproduzione di San Vincenzo Ferrer decapitata, il cui capo in passato era stato sostituito con un teschio. 
teschi ammassati sui femori - cimitero delle fontanelle Napoli

il teschio noto come "il capitano" - cimitero delle fontanelle - Napoli
Una teca in materiale pregiato ed una ricavata da una scatola di biscotti "Russo"

Nessun commento:

©2009-2016 Fabrizio Reale
I testi e le immagini pubblicati sul sito, salvo dove espressamente indicato, sono di proprietà dell'autore del blog. Tutti i diritti sono riservati.
E' vietato l'utilizzo delle fotografie pubblicate senza esplicita autorizzazione da parte dell'autore.
Per quanto riguarda i contenuti testuali, è possibile l'utilizzo per fini non commerciali a patto di citare correttamente il nome dell'autore e la fonte, con link al post utilizzato.
____
Il blog non rappresenta una testata giornalistica,
in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai
sensi della legge n°62 del 7/3/2001